Cos'è il bullismo
Una premessa è doverosa: le definizioni che staremo per dare non pretendono in alcun modo di essere esaustive, ma rendono l’idea del problema.
Per bullismo si intendono tutte quelle azioni di prevaricazione e sopruso, reiterate nel tempo,messe in atto da parte di un bambino/a/adolescente, definito/a “bullo” (o da parte di un gruppo), neiconfronti di un altro bambino/a/adolescente percepito/a come più debole, cioè la “vittima”.
Non è scherzo, non è gioco, non è litigio, non è una bravata.
Il bullismo non è un semplice scherzo di cattivo gusto o un litigio tra compagni, perché lo scherzo ha come intento il divertimento di tutti e non la derisione di un singolo.I litigi sono conflitti episodici che avvengono nell’ambito di una relazione paritaria tra i ragazzi coinvolti.
Il fenomeno non si riferisce ad un singolo evento, ma ad una serie di comportamenti ripetuti nel tempo e nello spazio,(singolarmente o all’interno di un gruppo), da parte di qualcuno che fa o dice cose per avere poteresu un’altra persona. Nel bullismo identifichiamo le figure e i comportamenti del bullo, quelli dellavittima e anche di chi assiste, gli osservatori.
Il bullo è, in genere, più forte e più popolare della media dei coetanei, ha un forte bisogno dipotere e di autoaffermazione, ha difficoltà nell’autocontrollo e nel rispettare le regole; è spessoaggressivo non solo verso i coetanei, ma anche verso gli adulti (genitori e insegnanti); considera laviolenza come un mezzo per ottenere vantaggi ed acquisire prestigio; ha scarsa consapevolezzadelle conseguenze delle proprie azioni e non mostra sensi di colpa. Il comportamento del bullo èspesso rafforzato dal gruppo dei bulli gregari (o bulli passivi), che offrono il loro sostegno al bulloanche senza intervenire direttamente.
La vittima passiva subisce prepotenze spesso legate ad una sua caratteristica particolare rispettoal gruppo (es. l’aspetto fisico, la religione, l’orientamento sessuale, la razza, la provenienza sociale, le opinioni politiche); è piùdebole rispetto ai coetanei e al bullo in particolare, è ansiosa ed insicura, ha una bassa autostima.A scuola è spesso sola, isolata dal gruppo di coetanei e difficilmente riesce a farsi degli amici.Spesso nega l’esistenza del problema e finisce per accettare passivamente quanto le accade.Esiste anche la vittima provocatrice che si riconosce perché richiede l'attenzione o l'interesse delbullo attraverso comportamenti fastidiosi o provocatori e spesso viene trattata negativamentedall'intero gruppo.
Spesso gli episodi di bullismo avvengono in presenza del gruppo di coetanei (gli osservatori), iquali nella maggior parte dei casi non intervengono, per la paura di diventare nuove vittime delbullo o per semplice indifferenza.
Affinché si possa parlare di bullismo, dobbiamo rilevare i seguenti requisiti:
· i protagonisti sono bambini o ragazzi che condividono lo stesso contesto, più comunemente lascuola;
· l’intenzionalità: le prepotenze, le molestie o le aggressioni messe in atto dal bullo sonointenzionali al fine di acquisire vantaggi (estorcere favori o denaro, acquisire prestigio e/ogratificazione);
· la pianificazione: il bullismo è un comportamento aggressivo pianificato. Il bullo sceglieattentamente la vittima tra i compagni più timidi ed isolati per ridurre il rischio di possibiliritorsioni e aspetta che la supervisione dell’adulto sia ridotta;
· la persistenza nel tempo: le azioni dei bulli durano nel tempo, per settimane, mesi o anni esono ripetute;
· l’asimmetria nella relazione, cioè uno squilibrio di potere tra chi compie l’azione e chi lasubisce, ad esempio per ragioni di età, di forza, di genere e per la popolarità che il bullo ha nelgruppo dei suoi coetanei;
· l’incapacità della vittima di difendersi: è isolata e ha paura di denunciare gli episodi dibullismo perché teme vendette e ritorsioni;
· la rigidità, i ruoli di bullo e vittima sono rigidamente assegnati;
· la paura, sia la vittima sia i compagni che assistono hanno paura, temono che parlando conl’adulto la situazione possa peggiorare, andando incontro ad ulteriori ritorsioni. Si preferiscepertanto subire in silenzio sperando che tutto passi.
· bullismo diretto: comprende attacchi espliciti nei confronti della vittima e può essere di tipofisico (calci, pugni, furti di oggetti), verbale/psicologico (derisione, critica, provocazione, svalutazione,umiliazione, accuse, ecc. con l’intenzione di creare forte disagio alla vittima, ferendola neisentimenti) o strumentale (danneggiamento di materiali, estorsione di denaro);
· bullismo indiretto: danneggia la vittima nelle sue relazioni con le altre persone, attraversol’esclusione dal gruppo, l’isolamento, la diffusione di pettegolezzi e calunnie sul suo conto(bullismo sociale).